giovedì 21 giugno 2012

Khorakhané - il racconto



Riceviamo e volentieri pubblichiamo il racconto dello scrittore livornese Fabio Artigiani ispirato alla canzone Khorakhané 



KHORAKHANE’ – Il canto del vento

foto di Marlenekzio
Sto, come al solito, a guardare il cielo, sul finir della sera.
Il vento spira forte da Est e si fa strada nel nostro campo, quasi sorpreso ogni volta di trovarci in un posto diverso. La nostra vita segue inevitabilmente il giorno, i nostri battiti rallentano via via che il sole svanisce mentre torniamo a testa stanca verso i nostri alloggi viaggianti, lungo strade sperse in grandi distese di campi incoltivati. Questa volta abbiamo fermato i nostri passi un po' più a lungo, qui, in questo campo dove qualche tempo fa gli anziani costruirono un pozzo artesiano e che poi i civili trasformarono in cemento e gabinetti. I bambini corrono, giocano e pisciano, sguazzano in quei laghi gialli inassorbiti dalla terra ricoperta di catrame. A me non capitava, eravamo liberi, i nostri campi erano come da secoli esistevano, fatti di terra e fuoco. E la nostra gente ci viveva sopra tra miseria e fortuna. Il passato avvolge spesso i miei pensieri e li trasforma in ricordi che mi fanno battere veloce il cuore.
Quando morì, mio padre mi regalò la collana che portava sempre, la collana di famiglia, con un pendaglio a forma di toro. Chiunque incontriamo nei nostri viaggi, di qualunque casta, sa chi sono. La stirpe è generosa nel suo significato: posso bere e mangiare con tutti, mi offrono alloggio. A volte penso, e sempre, quando guardo il cielo, che anche ogni nuvola, ogni fiume che guadiamo, ogni foglia che cade, ogni polvere calpestata mi riconosca e mi saluti. Tutto questo ha sapore antico, porta con sé la testimonianza di generazioni dello stesso sangue gitano, gente di popoli dove magia e mistero si fondono alla necessità di sopravvivenza, dove il pane ha lo stesso valore di una collana a forma di toro per una ragione di vita giusta, libera, dignitosa in tutta la sua sacralità, in quanto vita.
Mi ricordo ancora quando da bambino guardavo stupito le rughe di mia nonna, le sue vene sulle tempie così pronunciate, le sue grandi labbra, le sue mani che sentivo così ruvide quando prendeva le mie per insegnarmi i segreti della vita nascosti tra le pieghe naturali della nostra pelle. O per avvertirmi di stare attento ad ogni elemento della natura: acqua, terra, fuoco e aria, ognuno che prende e che dà, esige rispetto, paura, comprensione, soprattutto in quei messaggi mutevoli, nascosti dalla storia della Terra. Ho l’immagine di mia nonna sola, a sbirciare quel che resta della sua vita davanti ad una finestrella di plastica, ad ammirare fuori un mondo che non le appartiene più.
Mio nonno trovò la morte in Polonia durante le persecuzioni: lo presero e lo fucilarono appeso a testa in giù insieme ad altri trenta zingari, in piena campagna, in modo che tutti potessimo vedere. Fummo costretti a fuggire lontani, prima in Ungheria, poi in Yugoslavia fino ad arrivare in Italia. Non dimenticherò mai le lacrime di mia nonna davanti a quell'orrore, o le lacrime di mio padre quando ci incendiarono l'intero campo vicino a Danzica; e ancora lacrime, di mia madre, quella sera attorno ad un falò a ricordare e finalmente poter piangere di sollievo, sotto le ombre delle nostre giostre ormai stanche e in disuso.
E oggi è giorno di elemosine. Le bambine si portano fino alla periferia della città a mendicare qualche spicciolo. A volte tornano con i segni addosso, con le bastonate dei civili. Ci dicono di essere state picchiate, così, per odio, insultate - Ladre! Andatevene via e dite ai vostri genitori che se rubano ancora, stavolta gli diamo fuoco! -.
Ma chi ha il diritto di giudicare la nostra gente, le nostre usanze, la nostra vita? Il caso governa ogni punto di vista, ogni pensiero, ogni popolo ed ogni uomo ad esso assegnato.
I nostri occhi zingari sono rivolti solo a Dio. Come ora, che guardo il cielo farsi scuro, e sento di lontano le nostre donne accendere il fuoco, intonando il nostro canto più antico:

- Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa.
Chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane;
io seguirò questo migrare,
seguirò
questa corrente di ali –


Questo racconto è ispirato alla canzone "Khorakhané (a forza di essere vento)" di F. De André - I. Fossati (Edizioni Musicali: Il Volatore s.r.l., Nuvole s.a.s., BMG Ricordi S.p.A.) di una cui parte è qui riportata la traduzione, a termine del racconto, tratta dal libro "Fabrizio De André - I testi e gli spartiti di tutte le canzoni" edito dalla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. nella collana "SuperMiti".



Fabio Artigiani

Fabio Artigiani
E' stato redattore per la testata pisana “L’alternativa”. Autore S.I.A.E. ed apprezzato fotografo non professionista, tiene per un breve periodo la rubrica “Il bonsai stupido” su “Corsera.it”. Apre il blog “Cambiare se stessi”, poi divenuto “Fabio cambia”, dove pubblica poesie, riflessioni e foto, anche attingendo da argomenti di attualità. Ha collaborato con la testata giornalistica “Buone Notizie.it”. Scrive articoli per il giornale “Livorno non stop”. Pubblica "Appunti ai Naviganti - tra terra e mare" per Pascal Editrice. Apre l'omonimo blog. Counselor. http://appuntiainaviganti.blogspot.com


venerdì 25 maggio 2012

Rom e Gagi: abitare insieme la città

Sabato 26 maggio 2012 Palazzina Liberty – Largo Marinai D'Italia 1 – Milano
dalle 15.30 alle 19.30 


Naga – Gruppo di Medicina di Strada presenta 
ROM E GAGI: ABITARE INSIEME LA CITTÁ 

Da secoli la convivenza di rom e sinti con le popolazioni dei paesi nei quali hanno vissuto è stata segnata da pregiudizi e discriminazioni. Solo un anno fa, la campagna elettorale del sindaco uscente e dei suoi alleati si è incentrata sul pericolo che Milano diventasse una "zingaropoli". In diversi casi, in varie città italiane, vi 
sono stati episodi ancora più gravi di intolleranza e violenza contro gli abitanti dei campi rom. 

Medicina di strada, composta da volontari del Naga che lavorano da più di dieci anni nei campi irregolari e regolari di Milano, occupandosi della salute e dei bisogni delle famiglie rom che vi vivono, vuole proporre uno sguardo diverso sulla cultura e sulla realtà dei popoli rom e sinti, nella convinzione che per rom e "gagi" 
(termine che in lingua romanì indica "non rom") abitare insieme la città sia possibile. 

All'incontro partecipano, oltre ai volontari del Naga, famiglie rom, associazioni che rappresentano e che operano con i rom, esponenti dell'amministrazione comunale, dei consigli di zona e delle associazioni di quartiere. 

Programma: 

L'identità e la storia di rom e sinti 
Giorgio Bezzecchi (Vice Presidente nazionale Federazione Rom e Sinti Insieme) 

La vita nei campi irregolari a Milano e la storia degli sgomberi negli ultimi anni
Racconti, testimonianze e proiezione di video 

L'intervento del Naga 
Per i volontari di Medicina di Strada: Andrea Galli, Cinzia Colombo, Simonetta Jucker e Tina Aiolfi 

"La discriminazione contro di noi supera tutte le frontiere": leggi, ordinanze, sgomberi e antiziganismo 
Marzia Barbera (Naga Medicina di Strada) 

Dibattito

Interverranno: musicisti, comici, registi rom

Aperitivo rom
 

giovedì 24 maggio 2012

Status di minoranza linguistica per Rom e Sinti: un passo importante



Ieri pomeriggio la Commissione esteri della Camera dei Deputati ha votato a maggioranza l'emendamento che riconoscere lo status di minoranze linguistiche ai Cittadini italiani sinti e rom, presentato dall'On Matteo Mecacci (Radicali – Pd).


La Federazione Rom e Sinti Insieme ringrazia l'On Matteo Mecacci e tutti i Parlamentari della Commissione esteri che hanno votato a favore delle minoranze sinte e rom, in sede di ratifica della Carta Europea delle lingue regionali.


Esprimiamo rammarico per il parere contrario espresso dal Governo italiano, attraverso il Ministero dell'Interno. Speriamo che tale parere sia cambiato quando la norma arriverà in Aula.


Rom e Sinti chiedono da anni al Parlamento italiano il riconoscimento dello status di minoranze storiche linguistiche, in base all'articolo 6 della Costituzione italiana. Il 9 novembre scorso la Federazione Rom e Sinti Insieme ha promosso una manifestazione proprio per sensibilizzare i Parlamentari italiani. Oggi possiamo affermare che un passo importante per il riconoscimento di un diritto è stato fatto.

Yuri Del Bar (cellulare 3333715538)
Presidente 
Dijana Pavlovic (cellulare 3397608728), Davide Casadio (cellulare 3342511887), Giorgio Bezzecchi (cellulare 3384380338) e Renato Henich (cellulare 3398569507)
Vice Presidenti 
Radames Gabrielli (cellulare 3339508196)
Segretario

venerdì 18 maggio 2012

ZigZart



Sabato 19 e domenica 20 maggio
presso la Comunità Rom di Via Idro
un evento dedicato alla cultura zigana nell'ambito dell'iniziativa Via Padova è meglio di Milano
Ospite speciale: Alessio Lega


Il Museo del viaggio Fabrizio De André è lieto di invitarvi,
domani, 19 maggio e domenica 20, nell'ambito della terza edizione della manifestazione Via Padova è meglio di Milano, all'evento ZigZart, organizzato da SitArt presso il campo nomadi di via Idro. 
ZigzArt è il titolo dell’evento promosso da SITART nel campo Rom di via Idro a Milano.
Il progetto nasce con le intenzioni di riqualificare più che il luogo, le relazioni tra i Rom e i cittadini in occasione della festa di “Via Padova è meglio di Milano” cantiere d’integrazione multiculturale in progress.
Gli artisti: Ilaria Beretta, Beppe Carrino, Angelo Caruso, Federico De Leonardis, Carlo Dulla, Pino Lia, Elisabetta Oneto, Sabina Sala, Stefano Sevegnani, con la direzione artistica di Jacqueline Ceresoli, hanno creato installazioni site-specific, temporanee sul luogo, per condividere con gli abitanti un progetto di estetica sociale e di arte sostenibile.
Sitart, da anni agisce nei luoghi urbani con azioni di Social Art: una forma di arte pubblica attiva, temporanea, che trasforma le relazioni tra gli artisti, le persone, il luogo e il pubblico in un progetto di attivazioni di dinamiche culturali e sociali.
Social Art
di Jacqueline Ceresoli

Nell’era dell’iperconnessione veloce “Tout change, tout bouge, tout va de plus en plus vite” e la rete per alcuni è una corsia preferenziale che accelera contatti ed evoluzioni sociali, per altri, gli emarginati digitali, separa vite, stili e identità di moltitudini di persone che si rifugiano in campi situati ai confini della città dove, nei migliori casi, si recupera un modello di comunità agricola, di villaggio contadino, in alternativa al modello urbano, ponendo alla base della società non il denaro, ma il patto di rispetto e di solidarietà tra gli individui.
Il Campo di via Idro è un Eden anomalo, trasformato in centro di convivenza tra etnie diverse, situato al termine di via Padova e vicino alla Tangenziale est, abitato da oltre 20 anni da circa 120 Rom Harvati, diventati cittadini italiani. Questa tribù urbana è costituita da residenti iscritti al Servizio Sanitario con bimbi scolarizzati e la metà di loro ha meno di 18 anni. Date queste condizioni di stanzialità, ex nomadi hanno trasformato il campo in una comunità, dove si contano più case che roulotte, molte delle quali con verande, orti o giardini, cavalli, galli e galline, tacchini, cani, gatti, ponendosi in un rapporto osmotico con il territorio, ma non con il tessuto urbano. In questa comunità di integrati, ma divisi dai cittadini per scelte di vita, 9 artisti italiani diversi per età, formazione e linguaggi adottati, hanno creato site-specific e installazioni a tecnica mista temporanee sul luogo, per condividere con gli abitanti un progetto di estetica sociale e di arte sostenibile promosso da Sitart.

ZigzArt nasce con le intenzioni di riqualificare più che il luogo, le relazioni tra i Rom e i cittadini in occasione della festa di via Padova, cantiere d’integrazione multiculturale in progress.
Dall'inizio di via Idro, lungo la Martesana, all’angolo di via Padova fanno capolino le vele colorate e i nastri di carta riflettente che definiscono un ”Isola” immaginaria di Stefano Sevegnani, affacciata sul Naviglio.
Da via Padova fino al Villaggio Idro si estende intorno alla campagna limitrofa il “Serpente d’oro”, di Sabina Sala, composto da chicchi di grano: l’oro del Mediterraneo e delle civiltà contadine.
Ilaria Beretta evoca il concetto di “migrazione” con una gigantesca capanna di stoffa, come ready made del nomadismo dei Rom, prototipo di abitazione di uomini in movimento, divenuti stanziali con la casa.
All’ingresso del Villaggio, troverete disegnato sul muro con martello e scalpello l’opera “Pastorale” di Federico De Leonardis, un grande bastone, simbolo del pastore che guida e accudisce al suo gregge, come insegna di un modello di vita idilliaca e bucolica, come alternativa a quello urbano.
Angelo Caruso ricopre con “Foulards” variopinti di gusto gitano, donati dalle donne del Villaggio, “la grande serra del perduto lavoro” della Cooperativa Rom che coltivava piante da vendere al mercato ora abbandonata, qui riutilizzata come rifugio per galline e altri animali da allevamento, cavalli al pascolo, liberi di circolare sull’antistante orto coltivato: è un’altra evocazione simbolica di vita agreste, perduta con la rivoluzione industriale, quando l’uomo ha interrotto la relazione con la natura.
Zigzagando dentro il villaggio, lungo la strada principale, noterete l’installazione “Fiat Lux”, realizzata con alcune centraline di energia in disuso, trasformate da Carlo Dulla in simbolici altarini, in cui compaiono ex voto di luce, di gas e di acqua come apparizioni, presenze miracolose non sempre garantite in questo campo.
Davanti al Centro Polifunzionale del villaggio, pensato come presidio sanitario, sociale e culturale, sempre chiuso e poco utilizzato dal Comune, Elisabetta Oneto presenta, “Pori”, un’installazione di code di cavallo, che per i Rom rappresenta un mezzo di trasporto, di sostentamento ed è il simbolo della loro cultura nomade.
All’interno dell’edificio, Beppe Carrino ha rivestito una stanza con “Scritture del corpo”: una serie di disegni a matita che rappresentano i calchi di mani, piedi e fronte di varie persone e abitanti del Villaggio. Questa istallazione ambientale prevede il coinvolgimento del pubblico che si presterà a lasciare una traccia del suo passaggio nel campo.
Nel cortile dell’edificio dismesso, c’è ormeggiata una “Bari–Barca” di Pino Lia, a forma ellittica, in centro una ruota, simbolo del timone, circondata da ramificazioni dalle quali pendono guanti in lattice e rose con immagini multietniche, come metafora del viaggio e delle migrazioni di popoli sulla scia del sogno di una terra promessa.

Sitart, da anni agisce nei luoghi urbani con azioni di Social Art: una forma di arte pubblica attiva, temporanea, che trasforma le relazioni tra gli artisti, le persone, il luogo e il pubblico in un progetto di attivazioni di dinamiche culturali e sociali, mettendo in discussione il ruolo dell’artista in questo ambito, meno autoreferenziale e più utile alla collettività, sull’esempio della “Scultura Sociale” di Beuys e trasforma Milano in un prototipo di “Museo diffuso”, dal centro alle periferie, open-space di un’arte sostenibile contro la museificazione dell’arte contemporanea, dinamica e complessa.


ZigZart
Evento organizzato da SITART
Ideato e curato da Angelo Caruso
Direzione artistica Jacqueline Ceresoli
Direzione all’accoglienza nel Villaggio Fabrizio Casavola
Luogo: via Padova angolo via Idro al Campo Nomadi sul Naviglio Martesana.
Periodo: 19+20 Maggio 2012
Partner: Comunità Rom di Via Idro, Comitato Vivere in Zona 2, Associazione AB, City Art, Anpi Crescenzago, Martesana 2, Teatro degli incontri.

Per info:
Angelo Caruso
Cell. 3357689814

Lo staff del Museo del viaggio

venerdì 30 marzo 2012

BAHTALO ROMANO DIVES Giornata Internazionale del popolo Rom

Il Museo del Viaggio Fabrizio De André è lieto di invitarvi, sabato 31 marzo, ad un evento organizzato in occasione della Giornata Internazionale del popolo Rom, il Romano Dives, che cade l'8 aprile. 


La Giornata Internazionale del popolo Rom si celebra l'8 aprile, in ricordo del primo congresso mondiale dei Rom svoltosi a Londra nel 1971che stabilì come denominazione officiale della nazione Romanì il nome "Rom", letteralmente "uomo", o "popolo degli uomini", inclusivo di tutti i gruppi variamente denominati e presenti nel mondo: Sinti, Manouches, Kalderash, Lovara, Romanìchél, Vlax, Domari, Nawar...; si scelse l'inno nazionale "Djelem djelem", composto nel 1969 da Zarko Jovanovic e la bandiera: una ruota indiana rossa su sfondo per metà verde, a simboleggiare la terra coperta d'erba, per metà azzurra, a simboleggiare gli spazi del cielo. In quel congresso si costituì la Romani Union, la prima organizzazione mondiale dei Rom, riconosciuta dall' ONU nel 1979.


Sabato 31 marzo, dalle 18.00 alle 20.00
Sala Ricci - Fondazione San Fedele - Piazza San Fedele 4, Milano


Giorgio Bezzecchi e Djana Pavlovic , Consulta Rom e Sinti di Milano, introducono:


Pietro Vulpiati, in rappresentanza dell'UNAR,
Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali del Comune di Milano,
Marco Granelli, assessore alla coesione sociale del Comune di Milano,
Giacomo Costa, presidente della Fondazione San Fedele,
Chiara Daniele, direttrice della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,
Elena Valdini, Fondazione Fabrizio De André,
Ferruccio Capelli, direttore della Casa della Cultura di Milano


Inoltre:


Suoni e voci di giovani a confronto con vecchi maestri


Arnoldo Mosca Mondadori, presidente del Conservatorio di Milano, con i ragazzi del progetto "Sulla strada della musica",
Adalberto Ferrari, scuola via Maffucci Pavone con il gruppo Improklex Workshop,
Giovani talenti dei campi di via Bonfadino e di via Vaiano Valle,


I maestri:
George Moldoveanu, violino
Jovica Jovic e Rusten Selimovic, fisarmonica



Lo staff del Museo del Viaggio

lunedì 19 marzo 2012

Al Museo del Viaggio: la forza del razzismo e la debolezza dell'antirazzismo

fotografia di Papaitox
Il Museo del Viaggio Fabrizio De André è lieto di invitarti all'ultimo incontro del ciclo "Il popolo Rom: lingua, cultura, storia, tradizioni e attualità", dedicato al difficile argomento del razzismo contemporaneo, declinato in particolare nella forma dell'antiziganismo e della sua controparte: l'antirazzismo.
Relatore principale sarà Alfredo Alietti, ricercatore in Sociologia Urbana e del Territorio presso l’Università di Ferrara.

L'incontro si propone di fornire alcuni spunti per elaborare delle efficaci riflessioni critiche sulle pratiche dell’antirazzismo: di fronte alla forza del razzismo, l’antirazzismo cosa fa? Ha senso quello che si è fatto fino ad ora per contrastare un razzismo sempre più presente a qualsiasi livello sociale e popolare? Quali potrebbero essere possibili nuove pratiche da mettere in campo sul fronte dell’antirazzismo?


In occasione della sua prossima pubblicazione, Alfredo Alietti, proporrà le sue riflessioni, partendo dalle sue più recenti analisi sul fenomeno del razzismo.

Non mancate!
E' consigliabile la prenotazione a: museodelviaggio@gmail.com



Giovedì 22 marzo
dalle ore 17.00 alle ore 19.00
presso il Museo del Viaggio Fabrizio De André
Campo di Rogoredo - Via Impastato 7, Milano 

Alfredo Alietti, è ricercatore in Sociologia Urbana e del Territorio (SPS/10) presso l’Università di Ferrara. Ha condotto numerose ricerche a livello nazionale e internazionale su differenti temi, in particolare: il razzismo e il pregiudizio, le relazioni interetniche in contesto urbano, i processi di segregazione sociale e spaziale, l’analisi dei progetti di riqualificazione urbana. Attualmente svolge attività di ricerca sul tema delle politiche abitative in Italia e sui processi di discriminazione nel contesto europeo. E’ membro della rete internazionale di studi e ricerche “Urban Advanced Marginality” e membro del Research Network “Racism, Anti-Semitism and Ethnic Relations” dell’European Sociological Association.
Ha scritto e curato diversi saggi e articoli, tra cui: La convivenza difficile, L’Harmattan Torino, 1998, Milano, Stadera. Abitare la città delle differenze, Franco Angeli, Milano, 1998; (con D. Padovan) Sociologia del razzismo, Carocci, Roma, 2000, Metamorfosi del Razzismo, Antologia di scritti su distanza sociale, pregiudizio e discriminazione, Franco Angeli, Milano, 2005, Società Urbane e convivenza interetnica, Franco Angeli, Milano, 2009, Migrazioni, politiche urbane e abitative: dalla dimensione europea alla dimensione locale, Fondazione Ismu, Milano, 2011.


Lo staff del Museo del Viaggio

mercoledì 14 marzo 2012

Al Museo del Viaggio: Abitare Rom, vecchie soluzioni e nuove proposte

La questione abitativa è una delle tematiche più interessanti e complesse legate alla realtà del popolo Rom. Molto è stato detto, poco ancora è stato fatto, molto ancora ci sarà da dire e da fare.


Il Museo del Viaggio propone, per la penultima giornata del primo ciclo di incontri "Il popolo Rom"
lingua, cultura, storia, tradizioni e attualità" una riflessione sul senso dell'abitare, sulla vita nei campi, sulla stanzialità, sulle risorse che potrebbero essere spese per una vita abitativa migliore.


Ne parleremo con l'architetto Daniele Brandolino, progettista del Museo del Viaggio e con Giorgio Bezzecchi, responsabile della cooperativa Romano Drom che ha curato per molti anni la manutenzione di alcuni campi rom milanesi.


Vi aspettiamo!


Giovedì 15 marzo
dalle ore 17.00 alle ore 19.00
presso il Museo del Viaggio Fabrizio De André
Campo di Rogoredo - Via Impastato 7, Milano


Per confermare la presenza scrivere a museodelviaggio@gmail.com


Ingresso con sottoscrizione libera.


Lo staff del Museo del Viaggio


Museo del Viaggio under construction: galleria  fotografica dei lavori di ristrutturazione del Campo di Rogoredo: