lunedì 30 gennaio 2012

Porrajmos dimenticato

Serata dedicata alla Memoria delle Comunità Rom e Sinte,
con testimonianze dirette e un concerto di musiche balcaniche e zigane


Il Museo del Viaggio Fabrizio De André vi invita a partecipare alla manifestazione organizzata con Opera Nomadi Milano e con il patrocinio del Consiglio di Zona 4 in occasione della “Giornata della Memoria”: “Porrajmos dimenticato”, presso il Teatro della XIV, venerdì 3 febbraio 2012 alle ore 20.45, nell’ambito della rassegna Musiche e parole dal mondo.
La manifestazione è gratuita e aperta a tutta la cittadinanza.


Il Porrajmos e i suoi testimoni:
La persecuzione nazifascista del XX secolo è un capitolo della lunga vicenda di pregiudizi che il popolo zigano ha partito nel corso della storia. In Italia, già negli ultimi anni che precedettero lo scoppio della guerra e soprattutto dopo il '38, con l’emanazione delle leggi razziali, rom e sinti vennero inviati al confino, internati nei campi di prigionia e deportati verso i lager nazisti perché considerati, al pari degli ebrei, una “razza biologica” da sopprimere.
Con le prime disposizioni d’internamento inviate dal capo della polizia, Arturo Bocchino, ai prefetti del regno, dal Settembre del 1940 rom e sinti furono arrestati e trasferiti nei campi provinciali allestiti dal Ministero dell’Interno.
In uno di questi, a Tossicìa, venne internato il gruppo di Rom Harvati fuggiti dall’Istria e dalla Slovenia per sfuggire alle persecuzioni dei nazionalisti ustascia di Ante Pavelic, dittatore croato. A questo gruppo appartiene Goffredo Bezzecchi, detto Mirko, istituzione e cuore del Museo del Viaggio Fabrizio De André.
La sua è una storia per lo più rimasta sconosciuta alle cronache, o almeno a quelle ufficiali, esattamente come le vicende analoghe degli zigani di tutta Europa -oltre mezzo milione- scomparsi nei campi di sterminio.
Il documentario storico “Il Porrajmos dimenticato” narra i ricordi e le testimonianze dei pochi rom e sinti italiani sopravvissuti.


Programma della serata:
  • Interventi musicali a cura del cantautore Alessio Lega, che eseguirà, tra gli altri, il brano inedito "Si bruci la luna", suo personale omaggio alla memoria dello sterminio degli zingari.
  • Proiezione del documentario “Il Porrajmos dimenticato”, della durata di 28 minuti, con la partecipazione e l'intervento di Mirko Bezzecchi, che contribuirà a rendere più vivo il ricordo con il racconto della sua esperienza diretta.
  • A seguire gli interventi di Giorgio Bezzecchi e Maurizio Pagani, presidenti rispettivamente della Cooperativa Romanò Drom e di Opera Nomadi Milano. Il loro contributo toccherà non soltanto l’aspetto storico ma anche la realtà sociale e culturale contemporanea delle comunità rom e sinte e il rapporto spesso complesso ma anche ricco di sorprese positive con le comunità autoctone. 
  • Offerto dai comici associati, visto a Zelig, Luca Klobas interverrà con dei brani del suo spettacolo "Visti da Est".
  • Per finire, l’esibizione del gruppo musicale “I Muzikanti”, diretti dal maestro fisarmonicista Jovica Jovic, che animerà l’incontro con musiche e balli della tradizione balcanica. Il maestro eseguirà anche un pezzo a lui molto caro, composto da suo padre durante la deportazione.
Le donne della Sartoria romanì esporranno gli abiti ed i prodotti realizzati artigianalmente.


Venerdì 3 febbraio
Teatro della XIV 
Via Oglio, 18 (Zona Vigentina)
Ore 20.45
Lo staff del Museo del Viaggio

venerdì 27 gennaio 2012

Si bruci la luna

Come omaggio al popolo rom, in occasione del giorno della memoria, riportiamo di seguito il testo di una canzone recentemente composta dal cantautore Alessio Legadedicata al Porrajmos.
In attesa di poterla ascoltare dal vivo il 3 febbraio, in occasione della serata dedicata al Porrajmos presso il Teatro della XIV...
Jasenovac, 1942 due bimbi rom stanno per essere internati nel campo.

Che fastidio questa luna, da mille anni sulla terra
senza mai fondare stato senza mai portare guerra
senza mai fondare banche non accumulando niente
qualche volta anche rubando per campare la sua gente…
E poi via di balza in balza, che la luna non si ferma
coi suoi carri e via sobbalza, luna che tira di scherma
coi suoi raggi inargentati, quell’argento maledetto -
dentro il cuore dei soldati, gli agitava tutto il petto

Come il cuore non si arresta
come il tempo non aspetta
come tutto è una gran festa
movimento, amore, fretta...

Si bruci anche la luna con le stelle che di noi non han rispetto
che attraversa il buio e ride, che non ha sale d’aspetto
così dissero i nazisti quando chiusero la gabbia
degli zingari nel campo di risiera di San Sabba.
Si bruci anche la luna misteriosa che sa leggere le carte
sul violino della sposa sulla giostra che riparte
così dissero i fascisti in difesa della razza
così vollero i razzisti della scienza che ti ammazza.

Così vollero fermare
quel gran viaggio della vita
così vollero bruciare
la speranza inaridita.
Rimasero i campi deserti
e il cielo disabitato
i vivi più morti dei morti
nel crematorio di Stato.
Quei pochi tornarono al viaggio
nemmeno un momento di gloria
“Porrajmos” ma un nome selvaggio
non soldi, rispetto o memoria
ripresero i carri più lenti
«parlare dei morti è sfortuna»
stringendo il silenzio fra i denti
una cicatrice di luna.

Ma in cielo una ferita resta aperta nel bel mondo ch’è rinato
che si scorda sempre tutto per ripetere il passato
questa pioggia che cadendo pare proprio abbia gridato
c’è un Porrajmos dentro il campo che anche oggi han sgomberato

E brucia ancora luna, brucia ancora dentro il mondo che è lo stesso
Dove chi non sa non può non vuole stare al compromesso
è uno zingaro, un nemico, è un colpevole, un diverso
e tu luna brucia ancora brucia sempre brucia adesso…



Alessio Lega

Porrajmos. Storia di uno sterminio dimenticato

bambino sinto deportato ad Aushwitz, 1943
La scarsità delle fonti disponibili in Italia continua a costituire un limite oggettivo per la ricerca storica sul “Porrajmos”, licenziando, in modo sommario quanto superficiale, riletture assolutorie o revisionistiche degli eventi, tese per lo più a minimizzare, anche in quest'ambito, il peso del fascismo sulla storia nazionale, le deportazioni, le stragi, il genocidio.
L’assenza nel nostro Paese di una esplicita legislazione razziale relativa agli zingari  negli anni che precedettero la guerra e poi durante il secondo conflitto mondiale  non deve trarre in inganno.
Già gli scritti sugli zingari degli scienziati Renato Semizzi e Guido Landra, consulenti di Mussolini ed estensori delle leggi razziali, segnarono tra il 1938 e il 1940 una prima significativa svolta  e un cambio di rotta repentino nella politica del Regime. Inoltre, l’ampia discrezionalità nell’applicazione estensiva di alcune norme anti - ebraiche e il ricorso a disposizioni prefettizie in materia d’ordine pubblico, consentirono di fatto l’invio al confino e l’internamento nei campi di prigionia dei rom sul territorio nazionale o la loro deportazione verso i lager nazisti, segnando una continuità di sostanza con quanto di più cruento ed efferato si stava perpetrando nei territori dell’Europa Orientale.
I rom stranieri, insieme a saltibanchi e girovaghi, vennero a trovarsi nel mirino della polizia fascista già dal 1926, respinti oltre frontiera benché provvisti di regolare passaporto.
Nel 1938, con il varo in Italia delle leggi razziali, ebbero inizio nelle regioni del Nord Est vari rastrellamenti e deportazioni in massa di famiglie rom verso il meridione e le isole.
Dal 1941, in conseguenza dell’occupazione nazi fascista dei territori jugoslavi, la repressione iniziò a mostrare il suo aspetto più cruento attraverso l'azione dei nazionalisti Ustascia  (i fascisti croati) di Ante Pavelic che, tra il 1929 e il 1941, avevano trovato in più occasioni protezione e rifugio in Italia per volere dello stesso Mussolini.
In seguito alle prime disposizioni d’internamento inviate dal Capo della Polizia di allora, Arturo Bocchini, ai Prefetti del Regno e al Questore di Roma con la Circolare dell’11 settembre 1940, zingari stranieri e italiani furono arrestati e trasferiti nei campi provinciali allestiti dal Ministero dell’Interno a Bolzano, Berra, Boiano, Agnone, Tossicìa, Ferramonti, Vinchiaturo e nelle isole, tra cui la Sardegna, la Sicilia e le Tremiti, in regime di internamento libero.
Nel 1941, con la Circolare del 27 Aprile, il Ministero emise un ordine esplicito finalizzato all’internamento degli zingari italiani, che andarono ad aggiungersi agli oltre 50 campi destinati all’internamento civile.
Così, ad Agnone, nei pressi di Campobasso, vennero a trovarsi zingari jugoslavi a cui si aggiunsero dal luglio '41, 58 rom provenienti dal campo di Boiano (rinchiusi nei quattro capannoni di un ex tabacchificio), in condizione di estrema indigenza e di pessima igiene.
A Tossicìa vennero rinchiusi 118 rom provenienti dalla Slovenia, che troveranno scampo con la fuga, dopo l’8 settembre del 1943, unendosi in Emilia, Liguria e Piemonte, alle milizie partigiane, nelle cui fila combatterono alcuni rom e sinti, insigniti in seguito della medaglia d’oro per la Resistenza.
I documenti disponibili mostrano una visione solo parziale e frammentata della memoria del Porrajmos, perché trascritti da altri e perché fondamentalmente incuranti della dimensione orale e sociale delle testimonianze raccolte tra i sopravvissuti.
Tranne che in studi più recenti, “la memoria custodita nelle comunità rom” è stata di fatto ignorata, tralasciando di indagare i racconti dei perseguitati e di incrociarli con i dati riscontrabili negli archivi statali, comunali, delle questure e dei giornali dell’epoca, rimuovendo e tacendo un vuoto storico e una forte responsabilità sociale.
Arresto di un sinto nei pressi di Francoforte (fine anni ‘30)
I piani di sterminio del popolo rom, vennero attuati non solo nei territori annessi dal dominio nazista, ma anche dai governi collaborazionisti, in particolare in Romania e Jugoslavia, che furono, con la Polonia, tra i principali teatri di questa efferata persecuzione.
Molto si è scritto sul “campo zingari per famiglie”, il famigerato zigeunerlager di Auschwitz - Birkenau e sugli esperimenti condotti su cavie umane dal Dott. Mengele e dai suoi collaboratori, i cui crimini sono rimasti largamente impuniti.
Poco o nulla si conosce della tragedia del campo di Jasenovac, in Croazia, attivo dal novembre del '41 al 25 aprile del '45 in Croazia, nella regione di Lonja, presso la linea ferroviaria Zagabria – Belgrado, che rappresenta l’altro luogo simbolo dei crimini commessi contro il popolo rom dagli Ustascia collaborazionisti.
La persecuzione dei rom e sinti in territorio croato era già attiva nel luglio '41, prima con la schedatura delle famiglie ad opera dei comuni, delle polizie locali e delle prefetture, poi con i primi trasporti (29 aprile '41 da Zagabria – 300 persone) per approdare a una vera e propria e la deportazione di massa nel '42.
Jasenovac, istituito sotto il nome di “comando dei campi di raccolta e di lavoro”, prevedeva la gestione di 5 sottocampi: uno di questi, Stara Gradisca, denominato il “mattonificio”, per lungo tempo rappresentò la parte più spietata dell’internamento in quanto “campo della morte principale”, destinato alla liquidazione di persone pericolose e sgradite per l’ordine pubblico e la sicurezza: ebrei, serbi, antifascisti croati ma soprattutto zingari.
Il numero delle vittime di Jasenovac, stimato dalla Commissione di Stato dell’ex Jugoslavia, si attesta tra le 600 e le 800.000 unità, una cifra non precisa in quanto, già nell’aprile del '45, gli Ustascia avevano eliminato quasi ogni traccia dei loro crimini, distruggendo elenchi di vittime, riesumando cadaveri per bruciarli e distruggendo gli edifici del campo.
Anche in Serbia, l’armata tedesca della Wehrmacht perseguitò ed uccise in modo sistematico la popolazione Rom. Non c’è però modo di conoscere l’esatto numero di quanti morirono nel complesso nei campi di concentramento, o di fame e di freddo in tutta Europa. Interi gruppi sparirono da zone di antico insediamento, come l’Olanda, insieme alla generazione degli anziani, depositari del sapere e delle tradizioni.
Non solo i limiti della precisione statistica e lo stato di guerra generalizzato, ma la stessa struttura sociale dei gruppi e il loro prudente “mimetismo” (che rendeva parziale il censimento anagrafico dei nuclei familiari) rende arduo il compito, insieme alla forte dispersione territoriale, le sommarie registrazioni degli internati e la distruzione dei documenti .
Auschwitz, interno della baracca femminile
I fatti che, col trascorrere del tempo, sono stati resi noti dalle testimonianze e dai documenti ritrovati, hanno riproposto la comparazione di un destino comune tra ebrei e zingari: cioè quest’ultimi, fatte salve le distinzioni, siano stati perseguitati al pari dei primi, in quanto biologicamente esistenti e non come sostenuto fin nell’immediato dopoguerra, per la loro presunta asocialità.
Senza contate che anche per sinti e rom vale ciò che qualcuno ha sostenuto, ovvero: “non è forse verosimile il ritrovamento di un ordine scritto da Hitler circa lo sterminio degli ebrei europei… quanto maggiore è il crimine, tanto minore è la possibilità che se ne trovino prove scritte al livello più alto di un Governo…”.
Oblìo degli eventi e obbligo morale di dichiararsi a favore della memoria scadono, oggigiorno, nel pericolo di un facile conformismo, una banalizzazione del male tale da esorcizzare e liquidare la questione della colpa e delle responsabilità che rimangono in molti casi ancora aperte.
A quasi 70 anni dalla liberazione da Auschwitz, occorrerebbe che la società tutta si interrogasse sulle vicende di quel passato e al rapporto tra i popoli europei e quello zingaro, e su quanto insidiosamente le ideologie di ieri si nascondino in molte critiche e pregiudizi dell’oggi.

Maurizio Pagani
Giorgio Bezzecchi


giovedì 26 gennaio 2012

Doppio appuntamento per la giornata della memoria

Il Museo del Viaggio vi ricorda il doppio appuntamento di domani, venerdì 27 gennaio, in occasione del giorno della memoria:


La libreria Don Durito e il centro sociale Cantiere, in collaborazione con il Museo del Viaggio, propongono una serata interamente dedicata alla cultura rom. La giornata si aprirà alle h. 18e30 con un dibattito, per proseguire, durante la serata, con spettacoli e musica. 
A partire dalla storia recente, dagli orrori nazifascisti, gli organizzatori intendono parlare del presente, dei rigurgiti razzisti nell'Europa che avrebbe dovuto abbattere le frontiere nazionali e che invece sempre più spesso nega accoglienza, diritti, cittadinanza.


venerdì 27 Gennaio 2012
@ CS Cantiere | Libreria Don Durito
con la partecipazione di Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè


A FORZA DI ESSERE VENTO
Nel giorno della memoria musica e cultura Rom contro razzismi e fascismi


Ore 18.30 Dibattito: Rom, cittadini d'Europa. Ripercorriamo la storia di un continente tra pogrom, guerre mondiali, integrazione, supermaneto dei confini e pericoli di involuzioni razziste ed autoritarie. Dal punto di vista di un popolo che l'Europa ha spesso cercato di estirpare, forse, per paura della libertà.
Con Maurizio Pagani, Giorgio Bezzecchi, Opera Nomadi.


Dalle 21.30 spettacoli e reading teatrali: A FORZA DI ESSERE VENTO presenta:
IVAN IL POETA
con musiche di De Andrè tratte da Ognuno si merita il regime che sopporta.
Con:
DIANA PAVLOVIC poesie Rom
JOVICA JOVIC, MARCO ROVELLI, MOHAMED BA, CAMILLA BARONE frammenti da HOMO MIGRANS
TEATRInGestAZIONE, "PETRU"


Dalle 23.00 BALKAN FEST! Live Orkestra + dj Set con:
::::: CARAVAN ORKESTRA & Jovica Jovic ::::::
Una allegra e festosa carovana di musica nello stile delle fanfare balcaniche e con un pizzico di klezmer ebraico!


Secondo appuntamento:
COMUNE DI ARCORE - AULA CONSIGLIARE, ore 21.00


ROM, DISABILI
E ALTRI INDESIDERATI…
Dai Campi di sterminio a oggi.
Percorso di memoria,
percorso di conoscenza.


Introduce e coordina: Franca Teza, Direttivo A.N.P.I Arcore


Intervengono:
Silvia Pacifi ci Noja, poetessa
Ugo Pacifi ci Noja, giurista e storico
Maurizio Pagani (Presidente Opera Nomadi Milano – Museo del viaggio)
Angelo Vailati, allenatore squadra hockey in carrozzina


Info: Uffi cio Cultura - Biblioteca, Via Gorizia 20 - Tel. 039 617487 - 616158 - e.mail: bibarcore@sbv.mi.it


Lo staff del Museo del Viaggio

martedì 24 gennaio 2012

Porrajmos: cinque appuntamenti per non dimenticare

In occasione della Giornata della Memoria, che cade il 27 gennaio, anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz, il Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè vi invita a quattro importanti appuntamenti dedicati alla memoria del Porrajmos (in Lingua romaní «devastazione», «grande divoramento»), termine con il quale viene designato il tentativo di sterminio, da parte del regime nazista, delle popolazioni rom e sinte.


Gipsy's memorial - foto di Zingaro. I am a gipsy too.
25 gennaio a Magenta, una conferenza organizzata dalla sezione "A. Arioli" dell'ANPI;
27 gennaio doppio appuntamento: ad Arcore, presso l'aula consigliare del Comune, "Rom, disabili e altri indesiderati...Dai campi di sterminio a oggi"; a Milano, presso il centro sociale Cantiere "A forza di essere vento": dibattito e reading teatrali;
28 gennaio a Usmate Velate, presso l'Aula Magna Istituto Comprensivo “L. Mandelli”, la conferenza "Conoscere, ricordare, non dimenticare";
3 febbraio a Milano, presso il Teatro della XIV, l'evento "Porrajmos dimenticato", organizzato da Opera Nomadi Milano, dal Museo del Viaggio e dalla Commissione Cultura del Consiglio di Zona 4.


Il primo appuntamento è previsto per domani, 25 gennaio a Magenta:
Conferenza "Il Porrajmos: lo sterminio dei rom e dei sinti"
presso Casa Giacobbe (Sala del Pozzo),Via 4 Giugno n. 80, ore 21,00.
L'evento, organizzato dalla sezione "A. Arioli" dell' ANPI di Magenta, fa parte di un ciclo di incontri dedicati alla Giornata della Memoria.
Relatore della conferenza: il prof. Giancarlo Restelli, interverrà Giorgio Bezzecchi.


Alla conferenza è abbinata la mostra "Shoah e Porrajmos", esposta a Casa Giacobbe dal 23 al 27 gennaio, a ingresso libero dalle 16,30 alle 18,30.
Per le scuole è richiesta la prenotazione.


Lo staff del Museo del Viaggio

mercoledì 18 gennaio 2012

Secondo incontro dedicato alla lingua Romanì del Museo del viaggio


La lingua Romanì 
origini, storia e cenni pratici di conversazione

Il Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè,
è lieto di invitarti al secondo incontro del ciclo "Il popolo Rom" lingua, cultura, storia, tradizioni e attualità, dedicato alla lingua Romanì. Dopo un riepilogo della prima lezione, l'incontro si concentrerà in modo più specifico su qualche cenno pratico di lingua romanì, grazie all'ausilio del sussidio didattico fornito dallo staff del museo a tutti gli allievi.

Anche questa seconda lezione sarà tenuta da Giorgio Bezzecchi e dal linguista e glottologo Angelo Arlati, noto studioso e divulgatore della storia delle popolazioni Rom/Sinti, coautore del fondamentale “Gli Zingari”, curato dall’Opera Nomadi di Milano, edizioni Calendario del Popolo febbraio 1997. Autore e coautore di diversi libri e saggi sul popolo e la cultura Rom e Sinta.

Giovedì 19 gennaio 2012,
dalle 17.00 alle 19.00
al Museo del Viaggio di Via Impastato, 7 - Milano Rogoredo

E' consigliabile prenotare la propria presenza a questa mail.
La partecipazione ai corsi prevede una sottoscrizione libera.
Lo staff del Museo del Viaggio

mercoledì 11 gennaio 2012

Primo incontro dedicato alla lingua Romanì del Museo del viaggio

La lingua Romanì
origini, storia, differenze e apprendimento

Il Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè,
è lieto di invitarti al primo incontro del ciclo "Il popolo Rom" lingua, cultura, storia, tradizioni e attualità, dedicato alla lingua Romanì
"Il Romanì è l'unica lingua indoaria che è parlata quasi esclusivamente in Europa, fin dal Medioevo. È una lingua che la maggior parte dei linguisti ritiene discenda dalle parlate popolari dell'India del Nord, i pracriti (dal sanscrito प्राकृत prākṛta, प्रकृति pra-kṛti), che significa: "originale, naturale, normale, ordinario, usuale", termine usato dagli studiosi per indicare le lingue vernacolari, in contrasto con la lingua letteraria colta dei religiosi, il sanscrito (संस्कृत saṃskṛtā), e che si sarebbe sviluppata indipendentemente proprio per la struttura sociale in caste che già caratterizzava l'India antica." (fonte Wikipedia)


Questo e molto altro sarà raccontato e spiegato da Giorgio Bezzecchi in questa prima lezione completamente dedicata alla lingua Romanì.
All'incontro interverrà lo studioso Angelo Arlati.


Angelo Arlati è un noto studioso e divulgatore della storia delle popolazioni Rom/Sinti. Coautore del fondamentale “Gli Zingari”, curato dall’Opera Nomadi di Milano, edizioni Calendario del Popolo febbraio 1997. Autore e coautore di diversi libri e saggi sul popolo e la cultura Rom e Sinta.


Giovedì 12 gennaio 2012,
dalle 17.00 alle 19.00
al Museo del Viaggio di Via Impastato, 7 - Milano Rogoredo


E' consigliabile prenotare la propria presenza a questa mail.
La partecipazione ai corsi prevede una sottoscrizione libera.
Lo staff del Museo del Viaggio

lunedì 9 gennaio 2012

Sartoria Jelesan

Qualche suggerimento per gli acquisti:
segnaliamo a tutti gli amici del Museo e agli appassionati dell'artigianato rom e non, le creazioni della Sartoria Jelesan, realizzate a mano da Jelena e Sanela, rispettivamente figlia e nuora del maestro fisarmonicista Jovica Jovic.


Prodotti della Sartoria Jelesan
Tutti i prodotti si possono acquistare con recapito a domicilio ed i prezzi sotto riportati sono comprensivi della spedizione. L'assortimento comprende:
- sacchettini con lavanda profumata per armadi e cassetti € 5;
- sacchetti rettangolari imbottiti con semi di miglio, da scaldare e mettere sul collo (antidolorifici) € 10;
- borse a tracolla (sia in cotone che in lana), tutte double-face € 12;
- borse portatorte o portateglie € 12;
- grembiuli € 15;
- tovaglie da € 20 a € 25 a seconda della misura;
- trapunte matrimoniali patchwork double-face da € 80 a € 100 a seconda della misura;
- trapuntine per bambini e bebè patchwork double-face € 50.

Info & acquisti: Cristina Simen 347.4297939 - cristinasimen@yahoo.it

Qui sotto rimandiamo alla galleria fotografica dei prodotti, tratta dal sito dell'associazione di promozione sociale Idea Rom, che opera a Torino  dal 2009, con lo scopo principale di promuovere attività culturali e sbocchi lavorativi per le donne rom.
Lo staff del Museo del Viaggio