lunedì 6 febbraio 2012

Nuovo incontro del corso di cultura rom del Museo del Viaggio

La scuola: luogo di appartenenza o di esclusione?
di Angela Sacco e Luana Anostini


"Educazione" foto di Robybor
Il Museo del Viaggio Fabrizio De Andrè,
è lieto di invitarti al prossimo incontro del ciclo "Il popolo Rom"
lingua, cultura, storia, tradizioni e attualità, dedicato alla scolarizzazione dei Rom e dei Sinti in Italia

Mercoledì 8 febbraio 2012,
dalle 17.00 alle 19.00
al Museo del Viaggio di Via Impastato, 7 - Milano Rogoredo

Durante l'incontro verrà data viva voce ai bambini e ai ragazzi rom attraverso le loro parole, i loro racconti e i loro disegni e verranno narrate esperienze positive di inserimento scolastico. In particolare, la studentessa Luana Anostini, laureanda in Scienze della Formazione Primaria alla Bicocca, illustrerà la storia di un percorso pedagogico e didattico da lei gestito direttamente in una classe di una scuola milanese che ospitava una bambina rom rumena del campo di via Triboniano e che ha avuto esiti positivi e inclusivi.


Angela Sacco, che ha alle sue spalle molti anni di insegnamento, sei dei quali come insegnante facilitatrice dei bambini rom e sinti, è distaccata a tempo pieno dal 1999 presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca nel Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria che prepara i futuri insegnanti della scuola dell'infanzia e della scuola primaria con il ruolo di supervisore del tirocinio e Cultore della materia in Letteratura italiana e in Didattica della letteratura. Studiosa, autrice di saggi e poetessa , si occupa da circa diciotto anni del problema dei rom e dei sinti, è stata a lungo formatrice per conto dell'Università delle mediatrici culturali rom e sinte di Milano, ha collaborato con diversi enti e istituzioni e con la stessa Opera Nomadi in progetti a favore delle popolazioni rom e sinte.


I contenuti dell'incontro:
Angela Sacco svolgerà un discorso sulle complesse ragioni che rendono l'esperienza scolastica dei bambini e dei ragazzi rom e sinti un percorso difficile, conflittuale e non di rado frustrante. Come è possibile che il diritto di accesso alla scuola, che potrebbe costituire un'importante opportunità di riscatto civile e di positiva interazione, si trasformi troppo spesso invece in una delusione o addirittura in un dramma?
I dati sulla scolarizzazione dei minori rom e sinti in Italia e in Europa sono sconfortanti. I minori rom non frequentano la scuola, e quando lo fanno, la loro frequenza è saltuaria e raramente riescono ad accedere alle scuole medie superiori; inoltre, salvo eccezioni, i loro risultati nell'apprendimento vengono definiti scarsi. Autrice del libro “La parola e il segno: bambini zingari in viaggio tra due mondi” (Belladonna Editrice), Angela Sacco affronterà il problema sviluppando una riflessione a partire dal mondo della cultura e della vita di questi bambini e ragazzi, servendosi degli strumenti dell'antropologia, della psicologia culturale, della filosofia e della pedagogia interculturale.
Nel libro viene proposto un percorso all'interno del loro immaginario e del loro modo di pensare e concettualizzare il passaggio dall'oralità alla scrittura, dal mondo della parola a quello dei segni: è in gioco una trasformazione complessa della mente che richiederebbe alla scuola una pedagogia e una didattica diverse.
Il problema riguarda molto da vicino le caratteristiche della scuola come istituzione e le difficoltà di contatto e di dialogo con le famiglie rom e sinte. Se da un lato le famiglie rom non hanno ancora maturato delle scelte chiare a favore dell'istruzione dei loro figli, dall'altro è anche perché la scuola si rivela inadeguata a questi bambini e ragazzi che, prima ancora che a leggere e a scrivere, debbono imparare a commisurarsi con una gestione dello spazio e del tempo lontana dalla loro cultura, con la comunicazione in una lingua che veicola parole e significati che non conoscono e con le routine didattiche all'interno dell'istituzione, le quali vengono spesso date per scontate dagli insegnanti e rendono complicata la loro partecipazione alle attività della classe.
Del resto la scuola italiana non ha scelto in modo consapevole l'approccio integrato rispetto alle culture dei suoi allievi, lo ha piuttosto subito. Inoltre, l'ignoranza del problema e della cultura di questi bambini e ragazzi genera comportamenti pieni di stereotipi e pregiudizi senza che l'istituzione sia in grado di mettere in campo uno sguardo critico e autocritico sulle proprie pratiche che risultano di fatto esclusive, piuttosto che inclusive. E questo va affermato pur riconoscendo lo sforzo e la fatica degli insegnanti sensibili e preparati che comunque vi sono.


Non mancate!!!


Lo staff del Museo del Viaggio

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