Il titolo del rapporto è tratto da una frase pronunciata da Silvio Berlusconi nel 2008, durante un'intervista telefonica riguardante il suo programma elettorale per i primi 100 giorni di governo: "Tolleranza zero per rom, clandestini e criminali", una frase che, secondo Valentina Vitali, segretario internazionale di Amnesty International, si è rivelata "una profezia avverata". Come precisa la Vitali e come emerge dallo stesso rapporto, le autorità italiane, in questi ultimi anni, hanno sistematicamente percorso una direzione opposta rispetto alle norme suggerite sul piano internazionale in materia di rom e sinti. Il generale disinteresse nei confronti delle direttive internazionali è poi culminato in un'operazione senza precedenti: la famosa Emergenza nomadi, dichiarata nel 2008 dal ministro Maroni. Il rapporto di Amnesty tende innanzitutto a ricordare il reale significato di stato d'emergenza che, secondo la legislazione italiana, può essere dichiarato "in caso di calamità naturali, di catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, non possono essere affrontati con mezzi ordinari". "Nel dichiarare lo stato d'emergenza" prosegue il rapporto: "il governo italiano di fatto afferma che la presenza degli insediamenti nomadi, ossia le comunità rom, è paragonabile a una calamità o catastrofe naturale e che può essere fronteggiata solo con poteri straordinari".
Il dossier si sofferma anche sul termine "nomade", considerato pretestuoso e fuorviante. Dal un lato il vocabolo appare infatti più politicamente corretto e ripara le autorità dall'accusa di discriminazione in base all'etnia, dall'altra rafforza la percezione che la presenza delle comunità rom sia solo temporanea, legittimando di fatto la loro estraneità ed esclusione, anche se il rapporto del febbraio 2011 del Senato italiano indica che solo il 3% delle comunità residenti in Italia conduce effettivamente una vita nomadica.
Sgombero, fotografia di Paolo Poce |
Un aspetto interessante è lo stretto legame che intercorre tra gli sgomberi e i lavori per l'Expo 2015, anche se, come si legge nel dossier, "sia la precedente, sia l'attuale amministrazione di Milano, nelle loro dichiarazioni pubbliche, non hanno sempre apertamente legato la chiusura dei campi all'Expo 2015, facendo invece riferimento a preoccupazioni sulla legalità e la sicurezza".
Il rapporto si conclude con le richieste formali che l'associazione rivolge alle autorità di Milano, a cui si chiede innanzitutto di porre fine agli sgomberi forzati e di considerare la pratica dello sgombero soltanto come ultima risorsa, da perseguire solo in seguito a consultazioni genuine con le parti in causa. Viene chiesto inoltre, come ricorda il segretario internazionale di Amnesty International Iain Byrne, che venga garantita una possibilità d'accesso a vie di ricorso effettive e all'eventuale risarcimento che ne consegue.
Seguono le richieste per il Parlamento italiano e per il governo, tra cui una, la revoca immediata dell' Emergenza nomadi è stata recentemente accolta (vedi post) e quelle per la Commissione europea, a cui viene domandato innanzitutto di avviare contro l'Italia le procedure di infrazione per la violazione della Direttiva che attua il principio di parità di trattamento fra le persone, indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica.
Anche ad emergenza revocata può essere utile rendersi conto, attraverso un bilancio documentato, di cosa abbiano significato questi 4 anni di Emergenza nomadi per i soggetti coinvolti, anche per valutare in quale misura la decisione del Consiglio di Stato influirà concretamente sulle politiche pubbliche e sulla vita dei rom e dei sinti che abitano il suolo italiano.
Laura Antonella Carli
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