martedì 14 febbraio 2012

Il popolo rom visto da Fabrizio De André.

Giovedì 16 febbraio, al Museo del Viaggio Fabrizio De André,
incontro con Walter Pistarini, autore de: Il libro del mondo. Le storie dietro le canzoni di Fabrizio De André.
Durante l'incontro verranno ripercorse alcune canzoni di De André, con l'aiuto musicale di Alessio Lega.
Interverrà inoltre Giorgio Bezzecchi che ha collaborato a lungo con il cantautore genovese, traducendo per lui i versi finali di "Khorakhane" in lingua romanès.


Giovedì 16 febbraio
ore 17.00
presso il Museo del Viaggio Fabrizio De André
Via Impastato,7
Rogoredo, Milano


Il libro si concentra sulle storie sottese alle canzoni di Fabrizio De André: gli aneddoti, le curiosità, le vicende personali e le opinioni del cantautore genovese.
Il libro del mondo indaga tutta la produzione del cantante, dagli esordi (1961) fino all’ultimo disco Anime Salve (1996), con l’obiettivo di ritrovarne le fonti, i riferimenti musicali e letterari.


Ma l’assassino ha ucciso il pescatore? Come si chiamava la vera “Marinella”? Di cosa parla “La domenica delle salme”? Don Raffaé si riferisce a Raffaele Cutolo? E’ vero che “Andrea” parla di un amore omosessuale?
Queste sono solo alcune delle domande che si è posto l’autore prima di iniziare la sua ricerca.


Il libro segue il percorso cronologico delle canzoni, da “Nuvole barocche” a “Smisurata preghiera”. A ogni album è dedicato un capitolo e ogni canzone ha il suo commento.
Tutti i testi sono accompagnati da un’ampia ricerca sulle fonti di ispirazione: le locandine del film “Soldato Blu” e “Il piccolo grande uomo” che hanno ispirato "Fiume Sand Creek", la stazione di Sant’Ilario, la copertina della prima edizione dell’Antologia di Spoon River, le copertine degli album tradotti (Brassens, Cohen, Dylan….), e anche qualche informazione sui dischi di De André pubblicati all’estero.


Uno spazio speciale, nella nostra presentazione, sarà dedicato naturalmente a "Khorakhané".
Secondo l'autore è una delle canzoni che rappresenta la summa della capacità artistica di Fabrizio De André. Pur avendo altissimi livelli poetici, con immagini stupende e sintesi incredibili, mantiene una mescolanza di testi e musica che la rende capolavoro. Inoltre praticamente ogni strofa è un "pezzo" di storia del popolo Rom.


Walter Pistarini
Dal libro:
Nell’album  Anime Salve, finalmente, De André scrive la canzone che gli è  ronzata per la testa per parecchio, almeno come intenzione. Anche l’interpretazione è molto partecipata, quasi commossa per questo popolo perseguitato. La chiave di lettura è abbastanza ovvia. Tra i tanti commenti e spiegazioni che Fabrizio ha concesso, eccone uno particolarmente articolato:  “E’ tempo di nomadismo. Hanno ragione loro, gli zingari, un popolo che potrebbe veramente scrivere un capitolo importante della storia dell’uomo. Vivono su questo pianeta da migliaia di anni senza nazione, esercito, proprietà. Senza scatenare guerre. Custodiscono una tradizione che rappresenta la cultura più vera e più semplice dell’uomo, quella più vicina alle leggi della Natura. Ti può sembrare una visione parziale e romantica? Cerco solo di farne una lettura meno superficiale di quanto normalmente ci fa comodo. Andiamo verso un mondo di pochi ricchi disperatamente sempre più ricchi, mentre il resto dell’umanità, quei miliardi di uomini che continuiamo a chiamare curiosamente “le minoranze”, si muovono in modo molto diverso da quello che consideriamo normale.” ( Gianni Perotti, Intervista a Fabrizio De André, “Re Nudo”, Marzo 1997 in C. Sassi-W. Pistarini, De André Talk, Coniglio, 2008)
La canzone è piena di riferimenti storici e culturali e vale sicuramente la pena di cercare di comprenderla appieno. Oltre al contenuto decisamente notevole, è di una poeticità mirabile, e la musica, compresi gli arrangiamenti, sono perfettamente in sintonia con il senso della canzone. A completare il tutto c’è l’interpretazione vocale di Fabrizio, bella, piena e partecipata come non mai.
Va premesso che quelli che vengono chiamati zingari sono in realtà un popolo proveniente da una regione dell’India settentrionale, e accomunati da una lingua, il romanes/romani di chiara derivazione sanscrita.  Anche l’origine della della parola “rom” è  indiana: il significato è quello di "uomo", in particolare "uomo libero". Oltre ai rom ci sono i sinti (quelli provenienti da una regione del  Pakistan chiamata Sindh). Insieme rappresentano i due ceppi principali.
Le religioni principali diffuse presso questo popolo sono la cristiana e la musulmana.
La canzone prende il titolo dai Khorakhané (o Khorakhana, letteralmente: "Amanti del Corano"), che sono una tribù rom musulmana di origine serbo-montenegrina."
Lo staff del Museo del Viaggio

1 commento:

  1. I RROM TURCHI SONO CHIAMATI "HORAHAI" DAI ALTRI GRUPPI DI RROM( KASHTALE, URSARI,LAIESH, SPOITORI, LAH/OLAHI ECC
    QUINDI... NO COMMENTS!
    MARCEL C

    RispondiElimina